RAIN
Rain, pioggia, mi piace la pioggia.... mi da sensazioni che portano indietro nel tempo, agli anni della mia infanzia...agli odori e sapori di alcuni piatti cucinati specialmente nelle giornate uggiose,al profumo di legno della segatura sparsa sul pavimento del piccolo negozio di mio padre, per asciugare l'acqua lasciata dalle scarpe e dagli ombrelli dei clienti...ai giochi sotto l’acqua con gli altri ragazzi del paese ed a quelli che forzatamente avvenivano in casa di qualcuno o nei portoni, allora senza cancelli, della vecchia Bordighera che non c'è più.....
Mi piace la pioggia,...toglie dimensione alle cose conosciute, le lava, le stinge, le trasforma per renderle diverse, nuove scoperte......
Ma che sapore ha / una giornata uggiosa.....si domandava il grande Lucio Battisti nella nota canzone.Ecco, credo che Claudio si sia posto la stessa domanda in un giorno in cui le avversità atmosferiche, in questo caso una giornata di pioggia, lo hanno costretto a restare chiuso nella calda intimità delle pareti domestiche. In questa atmosfera ovattata solo il ticchettio delle gocce che cadono sui tetti e gli schizzi traslucidi e trasparenti che si appoggiano alle finestre come coriandoli preziosi, che sanno di luoghi e memorie lontane, sono compagni dei suoi pensieri. Immerso in questa quiete, egli torna come per incanto alla sua infanzia. Erano anni quelli, in cui non vi erano le “mille diavolerie elettroniche” di cui godono i giovani d'oggi per divertirsi; all'epoca anche un giorno di pioggia era occasione di giochi. Con addosso una mantellina colorata di gomma cerata e gli stivali impermeabili si usciva per le vie del paese alla ricerca di pozzanghere dove immergere con forza i piedi per creare schizzi da indirizzare verso i compagni di giochi. Oppure si costruivano barchette di carta da far navigare sui rivoli d'acqua formati dagli scarichi delle grondaie lungo le vie o ancora ci si divertiva sfidando gli spruzzi d'acqua sollevati dalle automobili. Tornato al presente, dopo questo viaggio a ritroso nella memoria, egli decide di usare il “medium” a lui più congeniale, cioè la fotografia, per dar corpo ai suoi pensieri. Con lo spirito giocoso del bambino ormai fattosi uomo, e muovendosi in uno spazio circoscritto alla casa in cui abita, esplora questo elemento liquido cogliendone aspetti nascosti ai più e ci induce a riflettere sulla mutevolezza della materia. In questi scatti possiamo infatti vedere il mondo nel suo aspetto originale, o sfumato nei contorni e sempre più diluito dall'intensità della pioggia, la stessa che lui ama perchè è una parte del suo essere, uno stato d'animo del tutto personale e nella sua mente ogni goccia di pioggia è amore, affetto, malinconia, gioia e scoperta. Per Claudio, quindi, la risposta alla domanda iniziale della canzone di Battisti risiede nella capacità di apprezzare la vita semplice, come i giochi sotto la pioggia, e nella riflessione profonda che ci permette di vedere con un altro sguardo tutto quanto ci circonda, anche una giornata uggiosa.
Franco Tavaroli
Genova, 18/5/2013 Claudio Gazzoni in Incantations
Genova, 18/5/2013 Franco Tavaroli e Claudio Gazzoni
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