JOEL CATHCART IN CONCERTO
Il polistrumentista irlandese Joel Cathcart ha debuttato nello Studio Incantations sabato 1 febbraio 2014. Si é esibito suonando la chitarra acustica e l'hang, il nuovo strumento ideato in Svizzera nel 2000. Musica di classe, con raffinati arpeggi e improvvisi cambi di ritmo, una voce importante, emozionante, ed un pubblico entusiasta, veramente numeroso: serata indimenticabile........
Intervista a Joel Cathcart :
1) Un musicista irlandese a Genova…come mai?Dopo aver completato il mio dottorato in composizione nel febbraio dello scorso anno, sentivo un forte bisogno di sviluppare la mia prassi artistica al di fuori del mondo accademico; la voglia di imparare una nuova lingua e di ripartire da zero in un luogo 'improbabile' è arrivata più o meno contemporaneamente. Quindi questo soggiorno zeneize è cominciato in modo sperimentale, quasi spericolato, però questa città è complessa e ricca di contraddizioni, e sono rimasto per esplorarla... 2) Quando hai iniziato a pensare alla musica come mezzo espressivo di un artista? Ricordi come é nata da bambino questa tua passione?Mi vengono in mente alcune pentole! E secondo mia madre ho imparato l'armonia vocale cantando insieme con l'aspirapolvere... Tuttavia per me la musica non è tanto una passione (tanto meno una carriera) quanto un 'appetito' umano di base. E ho sempre fame! Incolpiamo le pentole... 3) Se ci sono, quali musicisti del passato e del presente ti hanno maggiormente ispirato nella tua attività di compositore?I compositori da cui ho imparato di più sono Claudio Monteverdi (tensione), Morton Feldman (pazienza) e Iannis Xenakis (equilibrio). Come cantautore sono particolarmente ispirato dal lavoro di Gastr del Sol, Death Vessel, Kayo Dot, Tunng e The Incredible String Band. Ovviamente questo è un breve elenco... 4) Cosa pensi dell'attuale panorama artistico, in particolare quello musicale?Stiamo diventando pigri, sia artisti che ascoltatori, intrappolati tra la nostalgia e l'indifferenza. L'ironia è che mentre la tecnologia ci dà maggiore accesso alle ricchezze culturali, la nostra facoltà di pensiero critico è in diminuzione. Siamo circondati da musica - come se avessimo paura del silenzio - ma raramente la ascoltiamo attivamente. 5) Quali sono i tuoi progetti artistici futuri?Attualmente sto registrando qualche nuova canzone con l'intenzione di far uscire un album verso fine primavera. Sto anche traducendo alcuni dei miei intrugli letterari in italiano, assieme ad un giovane poeta genovese: un bel compito bilingue! 6) Si avverte, nella tua musica, una vena mistica. Qual'è il rapporto tra arte e sacro nella tua vita?L'ascolto ci porta oltre l'ego verso uno stato di ricettività e umiltà, uno stato senza paura in cui le distinzioni tra sacro e profano (e tra corpo e spirito) si dissolvono. Certamente altre forme d'arte possono facilitare questa trascendenza, però la musica è privilegiata in quanto la sua essenza (vibrazione) è una proprietà fondamentale dell'esistenza... N.B. : parlando dalla dissoluzione dei confini artificiali, trovo interessante il fatto che siamo in genere molto più disposti a condividere lo spazio sonoro con gli sconosciuti, rispetto a spazi fisici o intellettuali, forse perché il territorio sonoro è fluido e nomadico; non possiamo mai sperare di possederlo...
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